Boudicca: la
Regina che sfidò
Roma - Boudicca: η βασίλισσα που αμφισβήτησε τη Ρώμη
All’inizio, la storia di Boudicca
probabilmente è simile a quella di tante altre donne britanniche che si
ritrovano a passare sotto il giogo del dominio romano nel I secolo. In
particolare,Boudicca ha la sfortuna di nascere nel 33, appena dieci anni prima
dell’inizio della conquista romana della Britannia.
Secondo la storiografia
maggioritaria suo marito, Prasutago, viene messo a capo degli Iceni proprio dai
Romani, attorno al 47, come re vassallo. Ai Romani non dispiace lasciare sul
trono i vecchi re o mettere dei “re fantoccio” che abbiano un buon controllo
della popolazione. Come si suol dire, lo schiavo più felice è quello che non sa
di esserlo, quindi una parvenza di libertà rende meno traumatica la fase di
transizione verso la dominazione completa. Per rimanere sul trono dunque,
Prasutago accetta anche di nominare, alla sua morte, l’Impero Romano come suo
unico erede. Poco prima di trapassare però, Prasutago nomina co-eredi sua
moglie e le due figlie.
I
Romani non lo accettano.
Alla sua morte infatti, non danno
alcuna validità agli ultimi voleri del sovrano degli Iceni e occupano i
territori di questi ultimi. Boudicca cerca di opporsi, ma per tutta risposta, i
Romani la catturano, la spogliano completamente e, alla fine, la frustano
davanti al suo popolo. Alle figlie della donna accade di peggio (Boudicca ha,
in quel periodo, 26 o 27 anni, quindi parliamo di due bambine), perché
finiscono stuprate dai legionari.
L’umiliazione subita dalla regina
manda in fiamme gli animi degli Iceni e quelli delle tribù vicine, fra cui i
Trinovanti. Pur essendoci numerosi guerrieri e uomini rispettati in entrambe le
tribù, per il comando militare viene scelta Boudicca, dotata di grande carisma
e intelligenza.
L’alleanza di tribù britanniche che
si forma sotto Boudicca ha una sola missione: spazzare via i Romani e i loro
alleati dalla Britannia.
L’esercito britannico (perdonatemi
il sapore anacronistico del termine) attacca per prima Camulodunum, odierna
Colchester. Si tratta della capitale amministrativa della regione, nonché di un
ex castrum le cui mura sono state demolite o utilizzate come muri portanti di
nuovi edifici. Senza mura e con una guarnigione di soli 200 soldati, cui vanno
aggiunti forse un migliaio di veterani (quindi soldati in pensione),
Camulodunum non riesce a fronteggiare l’impeto britannico. Viene completamente
rasa al suolo e bruciata. Tutti i
cittadini, molti dei quali si hanno cercato di trovare rifugio nel tempio,
vengono seviziati e massacrati nei modi più atroci.
Boudicca, rappresentazione artistica
da Ancient Origins
Ad oggi, l’immagine di Boudicca
appare deformata da alcune, tra l’altro perfettamente comprensibili,
rielaborazioni femministe e nazionaliste inglesi, ma le fonti dell’epoca la
descrivono (di certo anche per le gravi
umiliazioni subite) come una donna estremamente violenta. Ad esempio, nei testi
relativi all’evo antico britannico, si sorvola spesso sulle torture che
Boudicca permette di perpetrare ai danni delle matrone della città:
La crudeltà più atroce inflitta dai
Britanni ai Romani fu questa. Spogliarono le nobildonne della città e le
legarono, poi tagliarono loro i seni e li cucirono alle loro bocche, in modo
sembrasse che li stessero mangiando. Poi impalarono le donne attraverso tutto
il corpo…
(Cassio
Dione; libro LXII)
Secondo Cassio Dione i morti romani
(o, meglio, romano-britannici) causati dalla distruzione di Camulodunum,
Londinium (Bizzarro pensare che oggi ci sia una sua statua equestre proprio
nella città che fece bruciare dalle fondamenta!) – e Verulamium sono 80.000,
mentre l’esercito ammassato da Boudicca, comprensivo delle famiglie dei
guerrieri, può contare su 120.000 persone (è la cifra di Tacito, già poco
attendibile, mentre Cassio Dione parla di 230.000).
Ad intercettare le forze ribelli
viene inviata una vessilazione della IX Legione, all’incirca 2.000 uomini, che
finiscono annientati dalle soverchianti forze nemiche. Quinto Petilio Ceriale,
comandante della Legione, riusce a mettersi in salvo con alcuni cavalieri.
La notizia del disastro giunge al
governatore Gaio Svetonio Paolino, in quel momento occupato a massacrare druidi
sull’Isola di Anglesey, e lo costringe a tornare sull’isola maggiore per
fronteggiare la rivolta.
Il
Massacro dei Druidi
Gaio Svetonio Paolino attraversò lo
stretto di Menai nel 60 per porre fine all’esistenza dei druidi, molti dei
quali si erano rifugiati lì trovando il supporto dei locali. I suoi legionari
massacrarono tutto ciò che si muoveva e distrussero i luoghi di culto druidici.
Di questi fatti rimane solo un breve resoconto di Tacito, un vero peccato!
A parte la sua legione, la XX
Valeria Victrix, Svetonio può contare su qualche altra vessillazione e su un
pugno di ausiliari: in tutto le sue forze non superano le 10.000 unità. La
dominazione romana sulla Britannia è appesa a un filo.
Intanto, Boudicca continuava a
fomentare i suoi. Cassio Dione riporta un suo lungo discorso, la cui veridicità
mi sembra come minimo sospetta, in cui la condottiera dice:
Non dovete avere paura dei Romani.
Non sono né più forti, né più numerosi di noi. Certo, sono coperti da elmi,
corazze, schinieri e sono muniti di valli e fortificazioni perché nessuno possa
invadere i loro territori, ma in realtà usano simili mezzi per paura e perché
non vogliono attaccare direttamente il nemico. Noi invece abbiamo talmente
tanta forza che le nostre tende sono più sicure delle loro mura e i nostri
scudi sono migliori di qualsiasi armatura.
Forse Svetonio avrebbe voluto
temporeggiare un po’, aspettare i rinforzi, ma alla fine decise per la
battaglia campale. Le fonti romane
dicono che i legionari, anche se disposti in un’unica fila, non avrebbero
eguagliato il fronte d’attacco nemico.
Il
Giovane Agricola
A servire come ufficiale di Svetonio
c’era già Giulio Agricola, uno dei condottieri più illuminati della storia di
Roma. Tacito, suo genero, è nostra fonte principale per quanto riguarda storia
della britannia romana.
Vista la differenza numerica fra i
due eserciti, Svetonio piazza i propri uomini in un canalone che termina nella
foresta. Il suo primo interesse è evitare l’accerchiamento. Inizia così la
Battaglia di Watling Street.
Boudicca lancia i suoi in un attacco frontale scomposto,
lasciando fra l’altro le famiglie dei soldati dietro un semicerchio di carri
per assistere alla sfolgorante vittoria. I suoi soldati strepitano e portano
grappoli di teste romane da sventolare davanti al nemico. Senza armatura, i
britanni vengono prima investiti dai proiettili romani, poi da una tempesta di
pila e infine accolti accolti da scudi e gladi. Come se non bastasse, le due
ali di cavalleria romana attaccano ai fianchi facendo una strage.
Anche i carri dei britanni si sono
dimostrati inutili, d’altronde i cavalli hanno un loro istinto di conservazione
e lanciarli contro un muro di lame e scudi o farli galoppare con frecce e
giavellotti infilati nel corpo risulta piuttosto difficile.
Il livello
mediocre delle protezioni corporee e degli accorgimenti tattici dei britannici
li portarono alla sconfitta.
Ad ogni modo, la ritirata dei
ribelli è devastante. Incalzati dai romani, si trovano bloccati dai loro cari
(che invece di assistere a una vittoria finiscono, di fatto, con il nemico a
pochi metri) e cercarono di difenderli, ma ormai è troppo tardi. I romani
vogliono dare una lezione definitiva ai britannici. Si fermano solo dopo aver
massacrato decine di migliaia di persone e preso altrettanti prigionieri.
Boudicca, per evitare ulteriori
umiliazioni (che, non è difficile immaginarlo, sarebbero state peggiori di
quelle subite in precedenza), si avvelena.
Su questo particolare, Cassio Dione dissente da Tacito, e sostiene che
Boudicca, già malata, muore poco dopo la battaglia.
http://pirforosellin.blogspot.gr/ - Επιτρέπεται η αναδημοσίευση του περιεχομένου
της ιστοσελίδας εφόσον αναφέρεται ευκρινώς η πηγή του και υπάρχει ενεργός
σύνδεσμος(link ). Νόμος 2121/1993 και κανόνες Διεθνούς Δικαίου που ισχύουν
στην Ελλάδα.[=37]
ΕΠΙΣΗΜΑΝΣΗ
Ορισμένα αναρτώμενα από το διαδίκτυο κείμενα ή
εικόνες (με σχετική σημείωση της πηγής), θεωρούμε ότι είναι δημόσια. Αν
υπάρχουν δικαιώματα συγγραφέων, παρακαλούμε ενημερώστε μας για να τα
αφαιρέσουμε. Επίσης σημειώνεται ότι οι απόψεις του ιστολόγιου μπορεί να μην
συμπίπτουν με τα περιεχόμενα του άρθρου. Για τα άρθρα που δημοσιεύονται εδώ,
ουδεμία ευθύνη εκ του νόμου φέρουμε καθώς απηχούν αποκλειστικά τις απόψεις των
συντακτών τους και δεν δεσμεύουν καθ’ οιονδήποτε τρόπο το ιστολόγιο.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου