Τετάρτη 15 Ιανουαρίου 2020

Il Natale nel medioevo [testo in italiano]/ Τα Χριστούγεννα τον Μεσαίωνα [κείμενο στα ιταλικά] / Christmas in the Middle Ages[text in Italian] / Рождество в средние века [текст на итальянском языке]



Il Natale nel medioevo / Τα Χριστούγεννα τον Μεσαίωνα

Dato che siamo in periodo natalizio una domanda potrebbe sorgere: come si festeggiava il Natale un migliaio di anni fa?
Il concetto di Natale, nasce nell'ultimo secolo di vita dell'Impero Romano d'Occidente per opera di Papa Leone Magno. Serviva sostituire i riti pagani dei Saturnalia (dedicati a Saturno e all'ingresso della Natura nell'inverno) e del Sol Invictus (l'invincibilità del sole, la cui rinascita era celebrata il 25 dicembre).
Or bene, Leone Magno afferma una cosa semplicissima: che il "Vero Sole", a cui sono attribuiti valori di luminosità e supremazia, non è null'altro che il Cristo, ragion per cui, il 25 dicembre diviene il giorno i cui si celebra la sua nascita che illumina il mondo dopo il lungo periodo di buio delle tenebre. D'altronde, dopo il solstizio, le giornate cominciano ad allungarsi nell'emisfero boreale del pianeta, confermando così la riaffermazione del Sole sul mondo.
Papa Leone Magno, "ideatore" del Natale
Con l'introduzione del Natale, le ultime velleità di culto pagano vengono definitivamente soppresse, ed il Cristianesimo ha campo libero nell'influenzare la vita, la cultura e la mentalità dei popoli, che ormai si avviano a vivere l'era medievale.
Studiando le scritture, Leone Magno stabilisce anche come doveva essere la scena della nascita di Gesù: una stalla, in cui un bue ed un asino, rappresentassero rispettivamente i pagani ed il popolo ebraico. Nel VII secolo invece, si decide di posizionare la stalla in una grotta, in quanto la gelida pietra raffigura la durezza della vita che il Cristo dovrà affrontare per salvare l'umanità dal peccato.
Tutti questi elementi, nel XII secolo, verranno presi da San Francesco per rappresentare al popolo la nascita di Gesù attraverso il presepe di Greccio.
Giotto (basilica di San Francesco d'Assisi): San Francesco allestisce il presepe a Greccio
Nel 1223, durante la notte di Natale, a Greccio, in provincia di Rieti, San Francesco allestì il presepe. Le agiografie affermano che, durante la rappresentazione, all'interno della culla apparve un bambino in carne ed ossa che il santo prese in braccio. Da quel momento, in Italia, venne introdotta la tradizione del presepe.
Paese di Greccio (Rieti), luogo di nascita del presepe
Anche i re Magi sono un'invenzione tipicamente medievale: il significato dei loro nomi (Gaspare - re della luce; Melchiorre - re dell'aurora; Baldassarre invece ha ancora un significato sconosciuto), e dei loro doni (oro - avvento di un re; incenso - avvento di una divinità; mirra - usato per l'imbalsamazione, e quindi trionfo sulla morte), sono invenzioni del VI secolo dopo Cristo. che servono a risaltare l'importanza di questa celebrazione.
L'albero di Natale è anch'esso un'introduzione medievale: il presepe, la presenza dei re Magi, la grotta erano ormai una tradizione radicata da almeno duecento anni; ma nel 1444, a Tallinn, si decide di rappresentare la presenza vitale di Cristo come giardino in terra; ragion per cui si addobba a festa un albero, proprio per riprodurre il futuro rifiorire della vita dopo il buio della notte che ne ha limitato la presenza sulla terra.
Tallinn, luogo di nascita dell'albero di Natale
Altro elemento importante era il cibo consumato: il Natale arrivava dopo l'ultimo raccolto dell'anno, non c'era un granché da fare nelle fattorie e, se non era necessario mantenere gli animali tutto l'inverno, era conveniente macellarli. Ragion per cui è possibile immaginare la relativa quantità di cibo a disposizione per questo periodo. Scartabellando fra i documenti degli archivi di stato delle varie nazioni, è possibile notare come nel XIII secolo, Re Giovanni ordinò un pranzo di Natale pantagruelico: 24 barilotti di vino, 200 teste di maiale, 1.000 galline, 500 libbre di cera, 50 libbre di pepe, 2 libbre di zafferano, 100 libbre di mandorle, insieme ad altre spezie, tovaglioli e tovaglie, 10.000 anguille salate; Richard di Swinfield, vescovo di Hereford, invitò 41 ospiti al suo banchetto di Natale nel 1289. Oltre ai tre pasti serviti quel giorno, gli ospiti mangiarono due manzi e tre quarti, due vitelli, quattro cervi, quattro maiali, sessanta polli, otto pernici, due oche, insieme a pane e formaggio. Nessuno ha tenuto il conto della birra bevuta ma gli ospiti riuscirono a consumare 40 galloni di vino rosso e altri quattro galloni di bianco.
Banchetto natalizio medievale
Probabilmente, il concetto di "cenone" di Natale, viene proprio da questi pantagruelici banchetti dovuti alla raccolta delle messi e delle derrate alimentari in vista dei tre mesi invernali.
Nel periodo natalizio, inoltre, era molto diffusa la pratica del gioco dei dadi. Molti vescovi, in Europa, cercarono di bandirlo, ma ottennero scarsi risultati. Inoltre, in Francia, si diffuse un gioco piuttosto violento e cruento: il gioco del soule, che consisteva nel confronto fra due squadre rivali che competevano per il possesso di un grande ciocco di legno o di una palla di cuoio riempita di muschio, chiamata eteuf o pelote. Si giocava colpendo la palla di cuoio con i pugni, con calci o con bastoni incurvati. Durante le partite, a cui partecipavano dozzine di giocatori, ogni colpo era consentito, con gran numero di feriti o perfino di morti!
Gioco del Soule, incisione.
In sintesi, dal medioevo derivano gran parte dei modi in cui intendiamo festeggiare il Natale, dal cenone passando per il presepe, all'albero addobbato e persino alla tradizione del gioco, trasformando questo giorno in un giorno di festa e spensieratezza.
In questo quadro non trova collocazione la tradizione dei doni, che arriverà solo secoli più tardi, a seguito della rivoluzione industriale che interesserà l'Europa.
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