L’Epoca d’Oro della Sicilia
Musulmana: Un Falso Storico [parte 2o] / Η χρυσή
ιστορική
εποχή
της
Μουσουλμανικής
Σικελίας, Ένα
ιστορικό
ψέμμα [μέρος 2ο]
Le sue conoscenze e una continua ricerca delle fonti lo portarono alla
redazione della già citata Storia dei Musulmani in Sicilia. Ovviamente non sono
il primo che si propone di (quantomeno) mitigare gli aspetti sensazionalistici
della Sicilia musulmana. Già Isidoro Carini, gesuita e paleografo siciliano di
incredibile competenza (a 32 anni era professore di paleografia all’Università
di Palermo) nonché “primo custode” della Biblioteca Vaticana dal 1890, si era
espresso in questo senso. Carini scambiò anche diverse epistole con l’Amari, e
fra i due c’era grande rispetto e ammirazione. Tuttavia, il primo pensava che
quest’ultimo avesse inserito troppe convinzioni personali all’interno
dell’opera.
Alcune informazioni su Carini (e sul suo lavoro relativo all’opera
dell’Amari) tratte da un numero de La Civiltà Cattolica del 1874
Oltre a Carini, fino ad oggi sono stati moltissimi gli storici che hanno
meglio delineato il carattere spesso distruttivo della conquista islamica della
Sicilia. In un articolo abbastanza recente, lo storico e saggista Paquale Hamel
cita le La Sicilia Musulmana (di Alessandro Vanoli) e L’isola di Allah (di Salvatore
Tramontana) fra i testi consigliati a chi voglia avvicinarsi all’argomento
senza incorrere nei pregiudizi anticlericali.
L’intenzione polemica di Amari emerge sin dal primo capitolo, dove
etichetta negativamente i secoli di dominazione romana della Sicilia e parla di
“rinascita” quando si appresta a trattare il periodo arabo. Arriva addirittura
a paragonare quest’ultimo a quello della dominazione greca.
Michele Amari giudica, a torto, la dominazione araba come un periodo di
luce e tolleranza dopo la disgregazione socio economica dovuta a romani e
bizantini
Prima di affrontare le intrinseche
falsità contenute nel paragrafo di cui sopra, è necessario completare il
discorso sulle fonti, in particolare sull’opera di Michele Amari.
A
sostegno delle sue tesi venne infatti l’amico Atto
Vannucci, i cui scritti ebbero anche una certa influenza sui libri di testo
delle prime scuole dell’Italia unita, che nel 1856 pubblicò il volume di una
cinquantina di pagine intitolato Dei recenti studj sulla antica civilta arabica
e della Storia dei musulmani in Sicilia di Michele Amari.
A una lettura superficiale, il documento sembrerebbe una monotona lode
all’opera dell’Amari, ma Vannucci in realtà si lascia sfuggire un paragrafo in
cui definisce con chiarezza la situazione della popolazione non musulmana di
Sicilia durante il dominio arabo.
Un eloquente estratto dal libro di
Atto Vannucci
Basterebbe quel “non ebbero libertà” a identificare perfettamente la
condizione di completa sottomissione dei dhimmi siciliani, ma Vannucci elenca
in maniera abbastanza esaustiva anche gli insopportabili limiti imposti loro
dagli arabi.
Quando poi elogia Maometto al di sopra di Gregorio Magno, che, pur non
abolendo l’istituto della schiavitù, ebbe:
un interesse costante a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori
della terra, vittime di angherie e di sopraffazioni di ogni sorta.
Roberta Rizzo in Papa Gregorio Magno e la nobiltà in Sicilia (2008)
http://pirforosellin.blogspot.gr/ - Επιτρέπεται η αναδημοσίευση του περιεχομένου
της ιστοσελίδας εφόσον αναφέρεται ευκρινώς η πηγή του και υπάρχει ενεργός
σύνδεσμος(link ). Νόμος 2121/1993 και κανόνες Διεθνούς Δικαίου που ισχύουν
στην Ελλάδα.
ΕΠΙΣΗΜΑΝΣΗ
Ορισμένα αναρτώμενα από το διαδίκτυο κείμενα ή
εικόνες (με σχετική σημείωση της πηγής), θεωρούμε ότι είναι δημόσια. Αν
υπάρχουν δικαιώματα συγγραφέων, παρακαλούμε ενημερώστε μας για να τα
αφαιρέσουμε. Επίσης σημειώνεται ότι οι απόψεις του ιστολόγιου μπορεί να μην
συμπίπτουν με τα περιεχόμενα του άρθρου. Για τα άρθρα που δημοσιεύονται εδώ,
ουδεμία ευθύνη εκ του νόμου φέρουμε καθώς απηχούν αποκλειστικά τις απόψεις των
συντακτών τους και δεν δεσμεύουν καθ’ οιονδήποτε τρόπο το ιστολόγιο.
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου